E’ di Paolo Penko il Masgalano che andrà in premio alla migliore comparsa per i Palii del 2017.

Presentazione Masgalano 2017

IL MASGALANO 2017 DI PAOLO PENKO, OFFERTO DAL LIONS CLUB SIENA

Presentazione di ANITA VALENTINI

 

La realizzazione del Masgalano 2017, firmata Paolo Penko, è stata guidata dalla volontà di unire simbolicamente l’amore per la città di

Siena, i valori palieschi e quelli sui quali si fonda il Lions Club International, nell’anno del centenario del sodalizio, che coincide con il sessantesimo anniversario del Lions Club Siena, committente dell’opera in metallo pregiato.

La forma circolare rievoca quella tradizionale del Masgalano. Al centro del piatto in argento, lavorato a specchio, si staglia, in metallo dorato, il logo del Lions con i due leoni, modellato tridimensionalmente, in movimento - tramite un gioco di perni - e ornato, a contenere la lettera “L”, con un clipeo in lapislazzulo, pietra scelta per il suo colore blu-azzurro con venature in oro, chiaro rimando ai colori del Club. La criniera dei leoni si potenzia in virtù di sottili fili dorati che si diramano e al contempo richiamano i raggi del sole - simbolo del rigore morale e della forza - che annovera fra gli animali a lui prediletti proprio il re della foresta.

Insieme ai raggi dorati, a impreziosire la criniera-raggiera, si librano al vento, variamente mossi, dodici cartigli in argento. Questi ultimi, finemente modellati a cesello e con i bordi sfrangiati, rappresentano, metaforicamente, le vie percorse dal Lions. Qui l’artista gioca con l’immagine che “diviene altro”: dalla criniera alle strade, che evocano un cammino, reale e simbolico, verso mete segnate dal Bene. Sui cartigli, che foggiano “percorsi di vita”, vi sono incise, a bulino, delle parole o delle frasi in riferimento al fondatore del Club e ai valori e agli scopi del sodalizio:

 

Melvin Jones
We serve
I cavalieri della vista
Leader nel servizio comunitario e umanitario
Promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza
L’organizzazione di club di servizio e assistenza più grande al mondo
Pronti per aiutare in tutto il mondo
Bene civico, culturale, sociale e morale della comunità
Promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo
Essere solidali con il prossimo
Compassione ai sofferenti, aiuto ai deboli, sostegno ai bisognosi

 

…invero non su tutti e dodici, poiché uno è stato lasciato emblematicamente senza alcuna scritta per dare spazio a futuri obiettivi … la via… la vita del Club deve proseguire!

A implementare la scenografica e potenziata raggiera, al di sotto del rilievo dei cartigli, si apre Piazza del Campo, caratterizzata dai suoi nove spicchi a ventaglio, interpretati in bronzo, e dal decoro dei mattoni a spina di pesce, che rappresenta, metaforicamente, il cuore di Siena e, dunque, il cuore dei suoi abitanti, a cui il Club desidera rendere omaggio. In questo “spazio sacro” della città la mano di Penko appare desiderosa di “assecondare” un luogo naturale e architettonico perfetto. Gli spicchi sono anch’essi, come altre parti del racconto illustrato, sollevati rispetto al piano del piatto: qui l’artista non lascia nulla al caso e, al modo degli artigiani di un tempo, cesella anche il verso dei singoli segmenti, offrendo un effetto "tufo", da ammirare attraverso un gioco di specchi che l’argenteo piano ci restituisce… abilità, incanto, gioco, vita…

Ed ancora, storia e orgoglio propri della committenza caratterizzano i due cartigli che si presentano in sezioni importanti del prezioso piatto. Alla base del logo centrale un cartiglio in lega dorata dalla fattura classica recita le date 1917- 2017, a celebrare i cento anni del Lions Club International, mentre sulla sinistra, di colui che osserva l’immagine, si apre un altro cartiglio dedicato al Lions Club Siena, al ricordo del suo sessantesimo anniversario. Tale drappo in argento è reso a mo’ di pergamena legata in alto da un cordoncino dorato, da cui pende il numero ordinale “60°” come uno charm in lega dorata. Quest’ultima bandiera sembra srotolarsi “con baldanza” verso la città raffigurata più in basso.

Al di sotto delle simbologie individuate, infatti, in una buona parte del disco del piatto, verso una porzione della tesa che viene anch’essa occupata, svetta l’inconfondibile profilo della città di Siena, raffigurata con un andamento concavo nel seguire la forma del piatto: l’immagine urbana in bronzo, a rilevo a stacco dal fondo e cesellata verso-recto, crea un episodio fortemente chiaroscurale, in cui le ombreggiature, date dalle caratteristiche costruzioni e dal moto che imprime nel metallo l’artista, si alternano agli “atomi” luminosi, costituiti da alcune segmenti architettonici dorati e soprattutto dalle finestre dei palazzi senesi, come l’architettura della città ci ha da secoli abituato.

Penko traspone nella sua opera l’anima della città, facendo brillare l’argento vivace che spunta dagli “occhi” dei palazzi bronzei. La nota effigie cittadina pur riprodotta nel severo metallo, per merito del vibrante moto che Penko le offre, finisce per apparire fresca, dolce e brulicante di vita. “Quanto tumulto è la luce!” (Goethe, Faust II, atto I).

Antico e contemporaneo insieme danno forza e sapore a questa opera dove, se le immagini sono classiche, la modernità è resa dalla “nervosa” cesellatura e dalla luce riflettente che scaturisce dal lucido argento, da cui prendono vita l’immagine di Siena e i tanti simboli che il desco offertorio sembra donare con la stessa “passione” che l’artista imprime al suo manufatto, da lui siglato a margine della tesa, nel lavorare il bordo in argento con la tecnica del penkato, la particolare cesellatura propria dell’artista, che crea un effetto mosso a catturare anch’esso la luce.

Altri emblemi imprescindibili appaiono nel Masgalano. A partire dal centro e poi verso la destra del riguardante sono infatti riportati tre stemmi in lega dorata che rappresentano, in ordine, il Comitato Amici del Palio, il Consorzio per la Tutela del Palio e il Comune di Siena, i cui colori sono offerti tramite gli smalti, come l’oreficeria gotica senese, insieme a quella francese, ha insegnato al mondo.

Le descrizioni sono minuziose, ma il lettore dell’opera, grazie all’abilità dell’artefice, viene incalzato a cercare nuove visioni, nuove immagini e, fra una e l’altre, pare perfino potersi riposare, prendere una pausa, per una nuova e sempre superba contemplazione.

Ultimi nel nostro racconto breve, ma invero primi per importanza, troviamo elementi che mostrano le Contrade unite al Lions, allocati proprio a “fare cerchio”, ad abbracciare il Masgalano e tutto ciò che esso contiene. Lungo la parte a vista della tesa potenziata in bronzo del piatto troviamo i nomi delle diciassette Contrade, incisi in targhe d’argento. Le insegne vengono distanziate tra di loro da altrettante sfere di lapislazzuli: le sagome e i colori, a definire le pietre che si alternano alle scritte, richiamano le forme e i colori del logo centrale del Lions.

Una “quadratura del cerchio” contemporanea dal sapore antico, in nome dell’Arte, offerta dal Lions Club Siena, in omaggio, nello specifico, a colui che l’ha ricevuta e, in senso lato, a Siena, alle Sue Contrade, al Palio!

Masgalano 2017